Ayny, my Second Eye – Una vittoria mutilata

Ayny, my Second Eye è un corto tedesco, scritto e diretto da Ahmad Saleh. Protagonisti del corto sono due fratellini, la cui casa è stata distrutta dai bombardamenti, insieme a quelle dei concittadini. Costretti a fuggire in cerca di una nuova vita, lontana dalla guerra e dai pericoli che essa comporta, la loro unica protezione è fornita dalla veste della madre, divenuta vedova per colpa del conflitto di cui è una semplice spettatrice.




Lo short-movie inizia col crollo del palazzo in cui risiedevano i due bambini, destinati a osservare la scena, senza poter fare nulla, se non nascondersi sotto allo scialle della madre, per evitare di essere colpiti da piccoli detriti e polveri. Sarà la voce del genitore a spezzare il velo di tristezza scaturito dalla perdita del nido: racconterà loro che, per ogni casa che crolla, nasce un fiore da custodire. Dalle macerie del paese nasceranno tanti fiori rossi, come il sangue di coloro che non sono sopravvissuti ai bombardamenti, intrisi di speranze per un futuro migliore; ogni famiglia deciderà di mantenerli in vita in maniere differenti: alcuni li terranno sul petto, altri vi racconteranno storie, altri ancora vi suoneranno melodie.

A seguito della fuga dalla patria, i sopravvissuti possono piantare i propri fiori, dando origine a un albero di case, la loro nuova patria. In questa baraccopoli improvvisata i due fratelli possono crescere felici, sotto lo sguardo vigile della madre; questa pace idilliaca è destinata, però, a terminare con l’arrivo di un uomo, il cui fiore dà vita a un negozio di musica. I due fratelli desiderano a tutti i costi lo strumento in vetrina, arrivando persino a collezionare scarti di metallo, da usare come merce di scambio.




I consigli della madre, secondo la quale i due bambini dovrebbero accontentarsi di ciò che hanno, sono ignorati dalla prole e, questa ricerca incauta di metallo, porterà a un tragico epilogo: nel tentativo di estrazione di una mina anti-uomo, essi perderanno un occhio e un arto, ma otterranno il tanto amato strumento musicale.

I due protagonisti di Ayny, my Second Eye hanno realizzato il proprio sogno: suonare uno strumento vero, piuttosto di uno creato in casa con ferri vecchi. Tale vittoria, però, è una vittoria mutilata, poiché ha portato i due bambini a privarsi di parte di sé stessi per raggiungere lo scopo. Ne valeva veramente la pena?

I due bambini rappresentano la innocenza di una popolazione scossa dalla guerra: noncuranti di quanto accade intorno, essi continuano a suonare e a cercare la propria felicità, nella speranza di dimenticare la morte e la distruzione che li circonda. Tale popolo, noncurante della tranquillità ottenuta dopo tanti sforzi, è disposto a combattere per ottenere ricchezze (lo strumento nuovo può simboleggiare petrolio o metalli e pietre preziose), rischiando perdite maggiori dei possibili guadagni. Questo concetto è rappresentato alla fine del corto, in cui i due fratelli suonano allegramente, creando un contrasto con le ferite sul volto e con gli arti amputati dalle mine.

Il seguente articolo non potrà essere copiato parzialmente o integralmente

 


 

 

 

Exit mobile version