Black Mirror 1×03 – Un eccesso di tecnologia può rovinare i rapporti umani?




La 1×03 di Black Mirror, serie tv diffusa dalla piattaforma di Streaming on Demand Netflix, rappresenta il season finale di una stagione tanto breve quanto intensa.

Il mondo in cui è ambientata la vicenda è caratterizzata dalla presenza di un impianto sottocutaneo collegato alle pupille degli occhi: questo sistema consente di archiviare tutti i ricordi visivi e uditivi del soggetto considerato e di elaborarli, eliminarli, riorganizzarli in cartelle o mostrarli ad altri.

Questi chip di memoria sono inseribili dietro l’orecchio del paziente sin dalla più tenera età, per consentire ai genitori un maggiore controllo dei bambini piccoli e per garantire la loro sicurezza.

Il protagonista, dotato di chip esattamente come la quasi totalità dei suoi amici e colleghi, di ritorno da un colloquio inizia ad avere dubbi sulla integrità morale della moglie. Infatti, ha percepito dei cambiamenti radicali nel comportamento della donna, che sembra preferire la compagnia di un amico di vecchia data alla sua e, tali dubbi, saranno confermati dalla verifica dei dati salvati sul dispositivo di memoria.

La disperata ricerca di informazioni riguardo all’amico della moglie, amichevolmente soprannominato Mister Marracash, porterà lo sventurato protagonista a porsi dubbi sulla propria paternità e, una attenta analisi dei ricordi della nemesi, darà origine a una catena di errori, in grado di ancorare l’infelice a un passato pieno di illusioni.

Poiché tutto è partito da una elaborazione dei ricordi salvati sul chip, viene da chiedersi: quanto è stato influenzato l’esito della vicenda dalla tecnologia?

In assenza dei servizi offerti da questo particolare sistema di elaborazione dei ricordi, la storia avrebbe avuto una evoluzione molto diversa, poiché il seme del dubbio si è insidiato nel cuore del protagonista nel momento in cui, rielaborando le proprie memorie, si è accorto che la realtà era ben diversa da quella narrata dalla consorte.



Ad essere pericolosi non sono solo i ricordi, poiché è il progresso della tecnologia quotidianamente adoperata a rappresentare una minaccia per i rapporti umani: ogni giorno abbiamo a disposizione una forma di controllo in più sugli altri, fidandoci sempre di meno del prossimo, che esso sia un amico o il nostro partner.

La mancanza di fiducia generata dall’uso delle nuove tecnologie tende a far cadere le basi sulle quali si fonda un legame, poiché le nuove relazioni finiscono col basarsi su un controllo ossessivo non solo della persona, ma anche delle sue azioni. Un rapporto basato sul senso di possessione dell’intelletto e delle azioni dell’altro, sebbene ora sia ritenuto normale, potrà mai essere considerato sano?

Senza i chip, la storia del protagonista sarebbe stata molto diversa, ma con lo stesso tragico epilogo: il suo desiderio di conoscere la verità sulla moglie lo avrebbe portato ugualmente a cacciarla di casa e, invece dei dati in memoria, avrebbe passato le giornate a guardare foto e video, distruggendoli alla fine dell’episodio.

Anche se la tecnologia è in grado di disturbare e distruggere i rapporti umani, bisogna ricordare che alcuni atteggiamenti controproducenti sono noti alle società umane da molto più tempo dei transistor e, di conseguenza, la moglie del protagonista lo avrebbe comunque tradito e riempito di bugie.



 

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