Il finale della prima pellicola dedicata a Steve Rogers mostra al pubblico l’eroico sacrificio di Capitan America. Inizialmente dichiarato morto, l’Avenger è in realtà rimasto ibernato nel ghiaccio per poi “tornare in vita” quasi un secolo dopo, in concomitanza alla battaglia di New York.
È scientificamente plausibile? A rispondere alla domanda è stata la mostra di Las Vegas Marvel Avengers S.T.A.T.I.O.N.:
L’esame fisico del capitano Rogers rivelò che, mentre diventava più densa, l’acqua del suo sangue non si è congelata del tutto. Gli esami del sangue sottolinearono che il suo fluido corporeo conteneva quantità eccessive di glucosio dovute all’azione del fegato, il quale processava le sue riserve di glicogeno abbassando così la temperatura di congelamento dell’acqua nel sangue e creando così un ‘crioprotettore’. Questo processo è simile a quello degli orsi d’acqua e delle rane di legno in letargo, in grado di metabolizzare il glicogeno nel loro fegato per farne circolare grandi quantità attraverso il loro corpo, al fine di ridurre la contrazione osmotica delle cellule e il loro blocco dovuto al congelamento. Questo comportamento, tuttavia, non è mai stato riscontrato negli umani
Molto probabilmente, questo effetto crioprotettivo deriva dalla presenza nel sangue di Cap del siero del supersoldato.