Chuwi Hi-Dock – Ecco come è fatto il nuovo caricatore da scrivania




Nella precedente recensione del Chuwi Hi-Dock ( per chiunque se la sia persa ~ CHUWI Hi-Dock – Il multi-porta con la tecnologia QC 3.0), sono state elencate le sue principali proprietà e i motivi per cui è conveniente averne uno in casa (soprattutto con gli sconti messi a disposizione dal fornitore per la inaugurazione dello Store e per la settimana dello shopping di Aliexpress).

Dopo quasi un mese di utilizzo dell’Hi-Dock, abbiamo raccolto nuove informazioni, basandoci sulla nostra esperienza personale e sui dati raccolti in questo periodo. I dati sono stati analizzati e graficati, tenendo conto degli errori sperimentali, con l’ausilio di OriginPro8.

Chuwi Hi-Dock è un perfetto caricatore da scrivania a quattro porte USB

Il suo design semplice, unito al colore neutro, lo rendono adatto per ogni scrivania, che sia essa in un laboratorio, un ufficio o in un ambiente domestico: può essere personalizzato con l’acquisto di cavetti USB colorati, che facciano pendant col resto dell’ambiente.

A differenza del caricabatterie comunemente adoperato, Hi-Dock può caricare quattro dispositivi in contemporanea, risparmiando la lotta per il possesso delle prese elettriche presenti nella stanza. Oltre a tre porte con tecnologia AiCharge, ve ne è una che sfrutta la Quick Charge, ereditandone sia gli elementi positivi che quelli negativi (per approfondire ~ Minimizzare i tempi di ricarica con la tecnologia Quick Charge).



Come influisce sul dispositivo la presenza di altri elementi collegati in carica al nostro Hi-Dock?

La risposta a questa domanda è ricavabile dai dati sperimentali: è stato messo sotto carica un telefono, sfruttando una delle prese dell’Hi-Dock, e sono stati registrati i livelli di carica in funzione del tempo. Grazie a questa misura, è stata ottenuta la relazione tra carica e tempo per un singolo dispositivo collegato.

Durante la fase sperimentale, un Huawei Y6 II con batteria al 31% è stato messo in carica, collegandolo a una delle porte USB del dispositivo; a intervalli di tempo casuali sono stati segnati livelli di carica e intervallo di tempo. I dati ottenuti sono elencati nella Tab.1

 Livello di Carica (%)  Tempo (min)
 31  0
 33  4
35  10
 40 21

Tab.1

Una volta compreso il comportamento del singolo dispositivo sotto carica, si studia l’evoluzione della carica del telefono in presenza di un secondo elemento collegato. Ripetendo le condizioni delle prime misure, si ripete l’esperienza, collegando un Power Bank alla presa Quick Charge. I valori sono riportati nella Tab.2

Livello di Carica (%)  Tempo (min)
 31  0
 33  4
 35  8
 40  22

Tab.2

Come si può osservare dal confronto tra le due tabelle, i valori coincidono entro gli errori sperimentali. Non bisogna, quindi, preoccuparsi della perdita di qualità delle prestazioni di Chuwi Hi-Dock, poiché gli effetti delle altre porte sull’ingresso considerato possono essere trascurati.

Osservando le Tab1 e Tab2, si può notare il numero tutt’altro che elevato di misure prese: poiché le due funzioni che rappresentano la carica nel tempo (e che vedremo in maniera approfondita in seguito) hanno lo stesso andamento, bastava verificare coincidenze e discrepanze tra i valori ottenuti in un determinato intervallo di tempo.




Devo caricare un singolo dispositivo. È vantaggioso adoperare Chuwi Hi-Dock o è preferibile sfruttare altri mezzi?

La risposta a questo dubbio è tutt’altro che scontata, poiché vi sono enormi differenze tra i mezzi disponibili per la ricarica dei propri dispositivi: oltre all’Hi-Dock, infatti, è possibile sfruttare powerbank o i caricatori che il fornitore vende insieme al prodotto. Se gli oggetti tech da caricare sono più di uno, la risposta è banale, poiché la scelta ricade sul caricatore a quattro porte, ma, nel caso del singolo apparecchio, la soluzione non è di facile intuizione.

Per porre fine a questo dubbio, ci si affida nuovamente ai dati sperimentali: partendo da un Huawei Y6 II, è stata ricavata la funzione %(t), ovvero l’avanzamento della carica nel tempo, per una ricarica col powerbank e col Chuwi Hi-Dock.

Si parte dal Powerbank, che è un Coolreal da 16.000 mhA. Il telefono è stato collegato al 23% ed è stata annotata la percentuale di carica della batteria all’aumentare del tempo. I dati ottenuti sono stati graficati e analizzati con OriginPro8.

Interpolazione lineare dei dati ottenuti dalla carica con Powerbank

Come si può osservare dal grafico, la funzione %(t) dipende linearmente dal tempo ed è rappresentata da una retta con

La equazione che descrive la funzione avanzamento di carica per il powerbank è nella forma y=ax, dove a è una costante che coincide con la pendenza (o coefficiente angolare) della retta, quindi

%(t) = 0,42316t

Una volta elaborati i dati relativi al Powerbank, si studia la forma della funzione %(t) relativa alla carica del telefono col dispositivo fornito dalla Chuwi. Per validare il confronto, l’esperienza viene svolta mantenendo intatte le condizioni iniziali, quali il livello iniziale di carica del telefono, la temperatura dell’ambiente di lavoro e del cellulare, la luminosità del dispositivo e le impostazioni relative al consumo energetico.

Prima di passare alla fase di interpolazione dei dati, essi sono stati analizzati e confrontati con quelli ottenuti in precedenza: la funzione %(t) per l’Hi-Dock presenta intervalli all’interno dei quali cresce più lentamente e frazioni di tempo nei quali la carica aumenta con velocità maggiore rispetto al caso precedentemente trattato.

Se si grafica la curva mediante una interpolazione lineare, si può osservare che i punti giacciono in prossimità della retta, ma, in alcuni intervalli di tempo non soddisfano la equazione della retta. Si potrebbe ipotizzare un errore sperimentale, ma, calcolata la propagazione dell’errore lungo entrambi gli assi, si è evidenziata la non appartenenza di tali misure al range.

Interpolazione lineare dei dati ottenuti dalla carica con Chuwi Hi-Dock

Sebbene la curva non sia una retta, la sua forma effettiva è di facile intuizione: la funzione %(t) per il caricatore da scrivania è una sigmoide logistica; all’inizio la crescita è esponenziale, successivamente rallenta, diventando quasi lineare, per raggiungere una posizione asintotica dove non vi è più crescita. (Il processo di carica del telefono collegato all’Hi-Dock segue lo stesso andamento di una popolazione in crescita!)

Interpolazione sigmoidale della carica con Hi-Dock




La sigmoide ottenuta presenta i seguenti parametri:

E la funzione %(t) è nella forma

La discrepanza dalla funzione definita per il Powerbank è elevata ed è causata dalla differenza di tecnologia presente nei dispositivi: mentre il Powerbank eroga tensioni e correnti sfruttando le reazioni chimiche che avvengono tra gli ioni di litio (fornendo valori costanti), il dispositivo Chuwi sfrutta circuiti logici per caricare il telefono in base al livello istantaneo della carica.

La ricarica del cellulare avviene grazie alla erogazione di tensioni e correnti che massimizzano la potenza assorbita, mantenendo un controllo costante sulla potenza di picco. Conviene, quindi, adoperare Chuwi Hi-Dock anche quando bisogna ricaricare un solo dispositivo.

La tecnologia presente in Hi-Dock consente una esperienza di ricarica che viene studiata Ad Hoc per i vostri dispositivi da un algoritmo interno, allungando la vita delle relative batterie.

Ma il caricatore Chuwi presenta anche degli svantaggi:

Per maggiori informazioni o delucidazioni, non esitate a contattarci sulla nostra pagina facebook.



Exit mobile version