L’hacker “RyanRocks”, ovvero Ryan Hernandez è stato condannato a tre anni di carcere per crimini tra cui “pirateria informatica illegale e possesso di materiale pedopornografico”. tutto questo, secondo il comunicato stampa dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti del distretto occidentale di Washington. Il ventunenne californiano si è reso famoso grazie a uno schema phishing utilizzato per rubare le credenziali di un dipendente di Nintendo. Successivamente, con quelle credenziali, sono state divulgate notizie riservate relative a Nintendo Switch. Un azione che l’ha portato per la prima volta nel mirino dell’FBI.
Ryan è nativo di Palmdale, situato in California, al momento del furto a Nintendo era ancora minorenne. Fu licenziato con l’avvertimento di terminare le sue azioni dannose. Hernandez ha continuato ad hackerare i server di Nintendo nonostante i molteplici avvertimenti. Attraverso Twitter e Discord, l’hacker ha fatto trapelare informazioni riservate, mentre si vantava del suo operato, rendendolo noto all’interno della comunità per i suoi leak. Attraverso il suo forum chat “Ryan’s Underground Hangout”, ha discusso delle vulnerabilità nella rete di Nintendo, che avrebbero potuto portare a eventuali attacchi informatici.
Sotto il mirino dell’FBI
La Seattle Cyber Task Force è una Task Force dell’FBI che nuovamente ha preso di mira Ryan per il suo continuo agire illegalmente. Nel giugno 2019 l’FBI prese in custodia diversi dispositivi elettronici del ventunenne. Si scoprirono, in seguito informazioni riservate di Nintendo e materiale sessuale con minorenni.
Il soggetto in questione si è dichiarato colpevole delle accuse a suo carico all’inizio del 2020. Nella giornata di ieri la sua condanna a tre anni di carcere è stata annunciata dallo stato. Formatosi da un patteggiamento tra la difesa e i pubblici ministeri dello stato. Inoltre, l’hacker avrà sette anni di rilascio controllato. Hernandez dovrà pagare a Nintendo 259.323 $ di costi di riparazione. L’hacker sconta la pena in una “struttura del Bureau of Prisons per detenuti con problemi cognitivi”.
Fonte: Comunicato Stampa.