[Intervista] I Rami di Yggdrasil – Oltre le barriere del Dungeon

Cammina sui rami di Yggdrasil e segui il sentiero per Eilean: qui ha inizio la tua avventura!

I Rami di Yggdrasil è una campagna di gioco di ruolo dal vivo di stampo Fantasy e Multi Planare. A differenza del Dungeon canonico, all’interno del quale i personaggi interagenti provengono tutti dallo stesso universo, in questa avventura i giocatori possono presentare pg provenienti da ogni angolo del multiverso!

Il team di Nerdlog ha intervistato Francesco Anderini, presidente di The Living Theatre e direttore creativo e logistico de I Rami di Yggdrasil. Come è andata? Scopriamolo insieme!

Come è nata la tua passione per i giochi di ruolo?

La mia passione per i giochi di ruolo è nata come conseguenza della mia grandissima passione per il gioco in ogni sua forma ed è una cosa di cui ho avuto consapevolezza solo di recente, guardando indietro nella mia vita: non sono più un ragazzino. Spesso ci si guarda indietro per fare un poco il punto della situazione. Infatti, mi sono reso conto che, con tanti lavori che ho svolto, i punti in comune erano il gioco e il mio personale divertimento. Se non mi diverto non riesco a dare il massimo! Il gioco di ruolo, per me, è una derivazione naturale del gioco di ruolo da tavolo. Io ho iniziato nel lontano ’94 con un gruppo di amici e l’anno successivo ero già diventato un master e, invece di preparami per l’esame di maturità, giocavo a giochi di ruolo tanto era sfrenata la passione per questa cosa. E da li è stato un crescendo.

Successivamente ho trasferito la mia passione, accompagnandola a quella del gioco di ruolo da tavolo, a quella online. Sono stato da narratore per vari shard non ufficiali di alcuni MMORPG fra cui World of Warcraft, Ultima Online. Ho fatto da narratore anche dal punto di vista telematico, poi grazie a GRV Italia, associazione molto grande all’epoca che aveva il suo centro associativo intorno alla Toscana. Ho partecipato a live  con altre mille persone e più. Ho iniziato a giocare nel 2007 con questa associazione, arrivando a sedermi come consulente del loro consiglio direttivo; sono stato anche direttore logistico di uno dei loro più grandi eventi, con oltre 500 giocatori. Infine sono tornato qui e ho fondato un’altra associazione, ovvero Soliptica, dalla quale mi sono allontanato per divergenze dal punto di vista del gioco. Tendo sempre a sperimentare, ad andare avanti a cercare di creare nuove formule di gioco e a sperimentare molto anche quello che si fa nel resto dell’Europa o  del mondo; sono sempre per la sperimentazione. A differenza di chi lo fa solo come hobby, io ne ho fatto il centro focale della mia vita, quindi, come chi decide di essere un ricercatore universitario o di dedicarsi interamente alla propria azienda, un po’ come la Apple che fa sempre ricerca e innovazione, io sono qui per innovare i giochi di ruolo e sono in costante contatto con tantissimi altri che, come me, lo fanno in tutta Italia. Infatti, stiamo formando Larp Italia e stiamo riuscendo ad unificare le associazioni di tutta Italia sotto un’unica bandiera che ci rappresenterà e ci darà voce.

I Rami di Yggdrasil al FantaExpo 2018

Ci parleresti di Larp Sud?

Mentre si formava Larp Italia, abbiamo deciso di co-fondare Larp Italia Sud. Larp si fa da molti anni al Nord, tant’è che quando salì nel 2003 al Lucca Comics & Games, parlando con il tassista che ci accompagnava, lui disse: ‘ah e che giochi di ruolo fate?’. Qui i giochi di ruolo non sapevano nemmeno che cosa fossero. Questo per farvi capire il divario che c’è tra Nord e Sud. Mentre Larp Italia si prefigge di dare una voce comune a tutte le associazioni e di far capire che sta prendendo piede con una sua dignità come attività, noi di Larp Italia Sud, oltre a queste finalità, abbiamo quella di sperimentare e di colmare il divario e di coinvolgere quante più persone, e associazioni qui al Sud: vogliamo che Larp cresca e che cresca qui.

I Rami di Yggdrasil: in cosa consiste, in cosa si differenzia e in cosa si avvicina alle altre associazioni già presenti sul territorio?

In comune con le altre associazioni presenti sul territorio esiste il fatto che noi facciamo gioco di ruolo dal vivo. Avendone fondata una abbastanza grossa e avendo partecipato a live di altre, posso affermare con una certa sicurezza che, a parte la voglia di fare, la gioia, la serenità di giocare insieme con i propri amici , le similitudini finiscono qui. Noi, come progetto, siamo il primo in assoluto nel Sud Italia che ha importato il format della Drachenfest, modificato per essere più performante in vista del raggiungimento del divertimento dei giocatori. La nostra parola chiave è la libertà, non che altrove non lo sia, ma da noi si è liberi in maniera assoluta. Magari altrove ci sono ambientazioni che ti impongono come fare il proprio personaggio (cosa anche bella che ti fornisce anche qualche spunto in più), noi ti diciamo che puoi portare un personaggio da qualunque ambientazione già esistente, per esempio: ti sei divertito a giocare a Skyrim? Fai il personaggio di Skyrim. Giochi a World of Warcraft e vuoi giocare con il tuo Elfo del Sangue? Fallo! Sei un Master con il tuo gruppo di giocatori e giochi al tavolo? Avete un vostro gruppo? Vestitevi come i vostri personaggi. Portate quei personaggi nella nostra campagna.

Il multiverso vuol dire libertà, da ogni punto di questo multiverso, che in fondo è immaginario ma in un certo senso è anche concreto, perché vi sono connesse ambientazioni anche di altre associazioni. Praticamente abbiamo creato una rete, che si sta estendendo soprattutto al Sud Italia, che sta diventando fondamentalmente un habbo di gioco dove ognuno può portare il proprio personaggio della propria campagna e, il suo PG, giocatori e altri personaggi che fino ad ora non poteva incontrare perché c’erano i muri delle ambientazioni e dei loro universi. La nostra associazione tocca tutti e quindi c’è un clima di festa, appunto festa del drago. Noi narratori, certo diamo i nostri input narrativi e i nostri incipit, ma siamo deliziati ogni volta nel vedere che i giocatori sono in grado di crearsi da soli il gioco, di crearsi da soli delle atmosfere, i momenti di gioco magici quasi da serie TV o Film senza che noi gli diciamo cosa fare, in un certo senso ci coinvolgono, rimaniamo rapiti. Con questo non voglio sminuire quello che ho fatto prima di adesso, ma sono sensazioni che non ho mai provato.

Cos’è per te il gioco da tavolo e qual è l’impatto che avuto sulla tua vita?

Quanto sto per dirti è una mia opinione personale ma è suffragata dal fatto che sto conseguendo un master in counseling: i miei studi hanno confermato tutto quello che avevo intuito nel fare Larp. Larp deriva dalle terapie di gruppo di tipo proiettivo. Di fatto è teatro interattivo, quindi unisce la componente teatrale alla componente psicologica. Bisogna utilizzare un transfer che è il proprio personaggio per liberare parti di sé che altrimenti rimangono sepolte dentro di noi. Larp è il futuro, in quanto offre un gioco interattivo utile per la didattica. Immaginate delle classi che possono essere istruite calandole in situazioni storiche, bambini che vengono vestiti come senatori romani e vengono portati a fare una seduta al senato romano. Quanto impareranno, quanto capiranno della Res Pubblica rispetto alla lettura su un libro di scuola?  Immaginate un gruppo che vuole perfezionare le proprie dinamiche, immaginate quanto potrebbe farlo se calato in personaggi che affrontano problematiche diverse, nuove ed infine aiutati da uno specialista a comprendere quelle dinamiche e a perfezionarle. Abbiamo avuto un periodo buio e ora siamo la novità. La novità spaventa. Ci sono persone che ci ritengono, tramite articoli di giornale, adoratori del diavolo o cose del genere. Ultima è l’articolo di una giornalista di Libero, che non citerò, che afferma che noi siamo disposti a stare in una foresta per giorni senza lavarci a mangiare scatolette!

A spiegare quanto accaduto è Marica Russo, comunicatrice de I Rami di Yggdrasil

Marica: La comunità di Larp Italia si è espressa con una lettera indirizzata a Libero, nella quale le associazioni hanno inviato una risposta pacifica a questa giornalista, o meglio, una rettifica su quello che era succeso. Sotto mio suggerimento, tutte le associazioni coinvolte hanno pubblicato sulle loro pagine Facebook allo stesso orario quella lettera ed ha avuto una risonanza mediatica così forte, così pregnante, che era inevitabile non vederla.  Per questo motivo, altri che si interessano di giornalismo, hanno risposto con una lettera nel mondo mediatico dei “Nerd” in cui veniva detto che Larp Italia non sta più fermo, adesso si fa sentire in maniera forte ma pacifica.

Francesco Anderini e Marica Russo, rispettivamente direttore creativo e comunicatrice de I Rami di Yggdrasil

Come ti sei avvicinata a questo mondo?

*Francesco alza la mano*

Marica: Mi sono avvicinata nel 1998 / 1999, verso la fine le liceo,grazie alla saga di Tolkien. Prima di tutto ho contatto delle comunità che stavano su Forumfree. All’epoca la prima comunità che riuscii a toccare non fu la Società Tolkienana italiana ma la comunità Eldalie . Ho iniziato a girare per fiere,Hobbiton, abbiamo fatto un Eldamar a Salerno nel 2003 al Castello di Arechi e vennero i Lingalad, che sono un gruppo musicale che fa genere Tolkienano, riconosciuti dagli eredi di Tolkien, tant’è che Priscilla Tolkien ha mandato una lettera a Giuseppe Festa che è il Leader dei Lingalad, ringraziandolo per aver comunicato la poesia di suo padre attraverso la musica. Le cose sono andate avanti in quanto l’associazione si occupa principalmente di formazione e filosofeggia su Tolkien. nel 2006, approdata al Comicon invernale, conobbi Francesco, che all’epoca  stava nella Compagnia della rosa della spada e da lì abbiamo iniziato il nostro percorso insieme, sia di vita che sul campo da nerd e dal 2007 non ho più lasciato il gioco di ruolo sia dal vivo che da tavolo .

Quali progetti avete per I rami di Yggdrasil?

Francesco: Continuare così. Continuare promulgando il concetto di libertà, spingendo al limite i confini dell’applicabilità dei giochi di ruolo. Ho come missione di vita far sì che non ci sia più un’opinione pubblica che sia sospettosa o prevenuta nei confronti dei giocatori di ruolo, ma che sia così diffuso che si possa parlare di giochi di ruolo come  si parla di calcio. E questo vorrei estenderlo a tutto ciò che contiene la cultura nerd, vorrei che tutti quanti capissero che il nerd non è una persona che ha difficoltà di comunicazione, che si chiude in se stesso e che si esprime attraverso qualcosa di diverso. Il nerd è semplicemente una persona che parla di ciò che non è comunemente conosciuto, secondo proprio la definizione americana del termine. Un domani, il nerd sarà qualcun’altro, perché quello di cui noi parliamo oggi sarà una cosa così comune e così universalmente conosciuta che finalmente sapremo di avere l’approvazione che spesso ci viene negata, per la quale siamo spesso definiti “perditempo”.

Un messaggio per i nostri lettori.

Francesco: Sognate. Sognate sentendovi liberi di farlo, perchè nessuno deve avere il diritto di dirvi cosa può stare nel vostro cuore e cosa no e divertitevi. Mentre ve lo dico ho la pelle d’oca.

Marica: Io vi dico non smettete di porvi obbiettivi, magari non guardateli a lungo termine, datevi del tempo. Un gradino alla volta, poi quando avrete fatto tutta la strada, vi guarderete indietro e direte “Wow c’è l’ho fatta a salire tutta la scalinata”!

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