Mare Nostrum – Le follie di un padre per amore della figlia

Mare Nostrum è un corto scritto e diretto da Rana Kazkaz e Anas Khalaf e ambientato su una spiaggia, bagnata dal mar Mediterraneo.

Sin dai primi minuti si intuiscono i protagonisti dello short-movie: un padre, la cui povertà non gli permette di garantire un futuro roseo alla propria bambina, e sua figlia. Egli è pronto a commettere ogni sorta di follia per garantire alla figlia il futuro che merita, lontano dalla povertà e pieno di spensieratezza, ma, per riuscirci, è costretto a prendere decisioni che potrebbero mettere a dura prova la sopravvivenza di entrambi.

Ogni giorno decide di gettare la figlia dal pontile, aiutandola a reggersi a galla con un bastone, ignorando i pianti della bambina, che, non comprendendo il perché dei gesti paterni, preferirebbe giocare sulla sabbia. La scelta del padre, in apparenza giudicata dal pubblico come folle e priva di senso, cela un gesto di grande amore: egli non sa nuotare e, conscio dei rischi che sta per correre, preferisce che sia la figlia ad apprendere questa nozione.

Alla fine del corto, infatti, i due protagonisti si imbarcano verso l’Europa, affidando alle nere acque del Mediterraneo le proprie speranze. L’esito del viaggio sarà rivelato dal telegiornale, secondo il quale una bambina di sei anni è una dei pochi superstiti di una tragedia tutt’altro che rara: l’affondamento di un barcone.

Mare Nostrum affronta il problema della migrazione, esponendo la tematica dal punto di vista di due migranti: celando fino all’ultimo le intenzioni dell’uomo, il regista ha consentito al pubblico di comprendere le ragioni di un padre, disposto a sacrificare la propria vita per il futuro della sua bambina. Egli non è più un immigrato, non è una persona da criticare, poiché è solo un cittadino del mondo, che ha sfruttato il Mare Nostrum per far avere alla figlia i diritti, gli agi e la spensieratezza che a lui è sempre stata negata.

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