Presentato al 70° Festival di Cannes, “Montparnasse femminile singolare” di Léonor Serraille è stato insignito del premio Camera d’Or come miglior opera prima. Un film luminoso e originale, che rappresenta un elogio dell’instabilità e che dipinge con delicato realismo un ritratto femminile tragicomico, dinamico e solare.
Cosa vuol dire diventare una giovane donna? Ce lo racconta Paula (interpretata da Lætitia Dosch), 31 anni, perdendosi tra le strade di Parigi, al suo rientro da un lungo soggiorno in Messico. Il guaio è che il suo ex, il celebre fotografo Joachim con cui ha condiviso dieci anni di vita, non vuole più vederla e lei si ritrova, senza un soldo e senza casa. Accompagnata da un gatto, Paula, tra mille incontri, lavori precari e guai a non finire, armata solo della sua debordante emotività, si reinventa una nuova vita. A modo suo.
Un gatto sotto braccio, una serie di porte sbattute in faccia, neanche il becco di un quattrino in tasca: ecco Paula, di ritorno a Parigi dopo una lunga assenza. Incuriosita dalle tante persone che incontra, ha una sola certezza: ricominciare daccapo, con entusiasmo e allegria.