B: The Beginning è una serie ONA (original net animation) prodotta dalla Production I.G e diretta da Kazuto Nakazawa e Yoshiki Yamakawa.
La serie è composta da 12 puntate di 25 minuti l’una, rilasciate tutte il 2 marzo 2018 su Netflix, su cui è disponibile anche la visione col doppiaggio interamente in italiano, oltre che in inglese, francese e giapponese.
Trama.
La storia è ambientata in un futuro dove, tramite la creazione di un nuovo tipo di esseri viventi, degli scienziati riescono a dare vita a tre bambini, i primi di questa umanità, anche se verranno rapiti da un’organizzazione criminale con scopi ben diversi.
Starà a Keith, protagonista della serie ed investigatore molto abile, cercare di risalire ai colpevoli e salvare tutti.
Personaggi.
- Keith Kazama Flick, protagonista della serie, viene presentato come una mente geniale, ma allo stesso tempo stravagante; caduto in depressione diversi anni prima, decide di aiutare tutti con le indagini, cercando di risalire al colpevole, ipotizzando che possa essere collegato all’omicidio di sua sorella avvenuto tempo fa. Doppiato da Hiroaki Hirata.
- Koku, presentato inizialmente come un semplice assistente del padre di Lily nel negozio di violini, in realtà si rivela essere molto più di questo per via dei suoi poteri che attirano l’attenzione di Keith e degli altri. Doppiato da Yuuki Kaji.
- Lily Hoshina, Investigatrice del gruppo e figlia del padre che lavora nel negozio di violini, viene presentata come una ragazza immatura, anche se in realtà prende il suo lavoro seriamente. Finirà anche per conoscere Keith, rimanendo impressionata dalla sua personalità. Doppiata da Asami Seto.
- Eric Toga, Capo del gruppo, è un personaggio che conosce Keith da molto tempo, essendo stato presente durante il caso dell’omicidio della sorella. Doppiato da Hiroki Touchi.
- Boris Meyer, ispettore del gruppo e superiore di Lily, anche lui conosce Keith da molto tempo, sin dall’omicidio della sorella. Doppiato da Minoru Inaba.
Perché Guardarlo.
B: The Beginning è un’anime che mi ha davvero stupito per diversi motivi, anche se non lo considero il migliore della stagione, né tanto meno del suo genere, ma nonostante questo si è rivelato veramente piacevole da vedere. L’anime è ambientato nella città di Cremona e durante l’anime appaiono negozi con insegne in italiano e la polizia si chiama RIS (che non sta per Reparto Investigazioni Scientifiche, ma corrisponde a Royal Intelligence Service), nonostante tutti questi elementi, la storia non è ambientata in Italia, ma in un mondo inventato, dove ci sono molti cibi giapponesi e i giornali locali usano l’inglese.
L’anime in questione è stato realizzato da Netflix, di conseguenza non segue tutti i canoni orientali, infatti non c’è uno stacco esattamente alla metà della puntata, non è neanche presente una vera e propria opening d’apertura, ma ovviamente queste sono cose di poco conto.
Le musiche sono sono a dir poco magistrali, riescono a far immedesimare pienamente lo spettatore nel clima poliziesco che viene a crearsi; come detto in precedenza manca un opening, ma nonostante questo è presente una ending in inglese molto apprezzata, ovvero “The perfect World” di Marty Friedman.
I disegni sono molto particolari, si distaccano totalmente dai classici modelli, focalizzandosi sui dettagli, come: la pulizia dei disegni, la fluidità e l’ottimo uso dei colori, talvolta accesi e non, in base alla situazione; le scene di combattimento più movimentate risultano infatti godibilissime.
I personaggi sono molti, nonostante siano solo 12 puntate, arrivando ad essere troppi, infatti una pecca di quest’anime è che molti personaggi vengono introdotti senza spiegarne il passato, o magari parlandone dopo, dando per scontato che già quel personaggio stesso si conosca, anche se non è vero; una cosa simile succede con la storia che viene narrata, partendo come un semplice poliziesco e andando a complicarsi troppo velocemente, senza dare delle spiegazioni.
La caratterizzazione dei personaggi è molto particolare, dato che i personaggi principali, Keith e Koku, hanno un background che va a spiegarsi pian piano, dando anche qualche accenno alla storia degli antagonisti; invece il background dei personaggi secondari è quasi del tutto assente, ciò va a creare un effetto di sovraffollamento, ovvero troppi personaggi di cui si sa poco e solo 12 episodi per concludere la storia.
In conclusione B: The Beginning è un’anime che è riuscito a farmi appassionare alla trama, anche se inizialmente risultava pesante, a causa della troppa confusione generale che richiede una visione più impegnativa. Nonostante ciò consiglio la visione a tutti gli amanti del poliziesco e del sovrannaturale, due generi che l’anime riesce, anche se a fatica, a combinare.