[RECENSIONE] B: The Beginning

B: The Beginning è una serie ONA (original net animation) prodotta dalla Production I.G e diretta da Kazuto Nakazawa e Yoshiki Yamakawa.

La serie è composta da 12 puntate di 25 minuti l’una, rilasciate tutte il 2 marzo 2018 su Netflix, su cui è disponibile anche la visione col doppiaggio interamente in italiano, oltre che in inglese, francese e giapponese.



Trama.

La storia è ambientata in un futuro dove, tramite la creazione di un nuovo tipo di esseri viventi, degli scienziati riescono a dare vita a tre bambini, i primi di questa umanità, anche se verranno rapiti da un’organizzazione criminale con scopi ben diversi.

Starà a Keith, protagonista della serie ed investigatore molto abile, cercare di risalire ai colpevoli e salvare tutti.

Personaggi.





Perché Guardarlo.

B: The Beginning è un’anime che mi ha davvero stupito per diversi motivi, anche se non lo considero il migliore della stagione, né tanto meno del suo genere, ma nonostante questo si è rivelato veramente piacevole da vedere. L’anime è ambientato nella città di Cremona e durante l’anime appaiono negozi con insegne in italiano e la polizia si chiama RIS (che non sta per Reparto Investigazioni Scientifiche, ma corrisponde a Royal Intelligence Service), nonostante tutti questi elementi, la storia non è ambientata in Italia, ma in un mondo inventato, dove ci sono molti cibi giapponesi e i giornali locali usano l’inglese.

L’anime in questione è stato realizzato da Netflix, di conseguenza non segue tutti i canoni orientali, infatti non c’è uno stacco esattamente alla metà della puntata, non è neanche presente una vera e propria opening d’apertura, ma ovviamente queste sono cose di poco conto.

Le musiche sono sono a dir poco magistrali, riescono a far immedesimare pienamente lo spettatore nel clima poliziesco che viene a crearsi; come detto in precedenza manca un opening, ma nonostante questo è presente una ending in inglese molto apprezzata, ovvero “The perfect World” di Marty Friedman.

I disegni sono molto particolari, si distaccano totalmente dai classici modelli, focalizzandosi sui dettagli, come: la pulizia dei disegni, la fluidità e l’ottimo uso dei colori, talvolta accesi e non, in base alla situazione; le scene di combattimento più movimentate risultano infatti godibilissime. 

I personaggi sono molti, nonostante siano solo 12 puntate, arrivando ad essere troppi, infatti una pecca di quest’anime è che molti personaggi vengono introdotti senza spiegarne il passato, o magari parlandone dopo, dando per scontato che già quel personaggio stesso si conosca, anche se non è vero; una cosa simile succede con la storia che viene narrata, partendo come un semplice poliziesco e andando a complicarsi troppo velocemente, senza dare delle spiegazioni.



La caratterizzazione dei personaggi è molto particolare, dato che i personaggi principali, Keith e Koku, hanno un background che va a spiegarsi pian piano, dando anche qualche accenno alla storia degli antagonisti; invece il background dei personaggi secondari è quasi del tutto assente, ciò va a creare un effetto di sovraffollamento, ovvero troppi personaggi di cui si sa poco e solo 12 episodi per concludere la storia.

In conclusione B: The Beginning è un’anime che è riuscito a farmi appassionare alla trama, anche se inizialmente risultava pesante, a causa della troppa confusione generale che richiede una visione più impegnativa. Nonostante ciò consiglio la visione a tutti gli amanti del poliziesco e del sovrannaturale, due generi che l’anime riesce, anche se a fatica, a combinare.

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