Emilia Clarke torna sul grande schermo nei panni di Verena in La Voce della Pietra, basato sull’omonimo romanzo di Silvio Raffo.
Ambientato nella Toscana degli anni Cinquanta, La voce della pietra racconta di un’infermiera che aiuta un ragazzo a superare la morte traumatica della madre. Mentre lavora col bambino, viene irretita da una forza malefica che si trova all’interno del castello della famiglia.
L’importanza del suono
All’interno della pellicola il suono (o la sua assenza) riveste una particolare rilevanza nella trama, poiché evidenzia le graduali trasformazioni che avvengono sia in Jacob che in Verena. Traumatizzato dalla morte della madre, il ragazzo decide di chiudersi, di non emettere più suoni, al contrario del padre che arriva ad urlargli contro pur di colmare il doloroso silenzio. Unica fonte di conforto per Jacob è il suono delle pietre, che associa alla voce materna; anche Verena, chiamata per curare il bambino, finirà per confondere i rumori con la voce della donna, ridotta a un fantasma, che impedisce alle persone che la amano di continuare la propria vita. Riuscirà l’infermiera a risolvere il problema?
All’ombra di un fantasma
La donna ormai defunta è una figura che, sebbene non sia veramente presente, ritorna nella mente dei sopravvissuti in maniera ossessiva, richiamandoli verso la morte, impedendo loro di vivere. Ogni angolo della casa, del giardino, della cava subisce il silenzio che la sua dipartita ha generato, rendendo impossibile persino sorridere.
La solitudine dei tre protagonisti è compensata dalla presenza del maggiordomo e di Lilia, l’anziana domestica di famiglia, che rivede in Verena la defunta. Inizierà a vestirla e a trattarla come lei, a pettinarle i capelli, a raccontarsi e a raccontarle la vita della donna. Il suo intervento permetterà l’infermiera di avvicinarsi ancora di più agli abitanti del maniero, sacrificando parte di sé per il bene del bambino.
Un gotico leggero
La voce della pietra riprende alcune tematiche care al genere gotico, che vengono però trattate con leggerezza per evidenziare ancora di più le componenti psicologiche. Lo spirito che infesta il castello è indistinguibile dagli altri abitanti, scelta che rende poco ansiogena la visione del film: gli unici colpi di scena presenti sconvolgono lo spettatore senza spaventarlo.
La trama procede lentamente, per consentire al pubblico di comprendere e di abituarsi a quanto accade nella mente di Verena: desiderosa di aiutare Jacob, finirà col credere che sia stato il fantasma della madre a chiederle di prendere il suo posto. Riuscirà a guarire o sarà vittima dello spettro?
Contenuti Extra
La voce della pietra contiene ben cinque video extra, tutti di breve durata, che aiutano il pubblico a comprendere appieno la pellicola. Fatta eccezione per l’ultimo video citato, si consiglia la visione dei titoli prima del film per una maggiore comprensione della protagonista e delle dinamiche.
- Trailer
- Intervista a Emilia Clarke
- Intervista a Marton Csokas e Emilia Clarke
- Emilia Clarke parla di Verena
- Silvio Raffo legge La voce della pietra
L’ultimo video, della durata di circa quattro minuti, mostra lo scrittore mentre legge il primo capitolo del libro che ha ispirato il film. Emerge sin dalle prime righe il desiderio di introspezione dei personaggi, che si mettono a nudo anche attraverso la descrizione dei paesaggi circostanti.