[RECENSIONE] Shojo Shumatsu Ryoko (Girls’ last tour)





Shojo Shumatsu Ryoko, conosciuto anche col nome di Girls’ last tour, è un manga scritto da Tsukumitsu, ideato e scritto nel 2014, nel 2017 lo studio White Fox lo riadatta in versione anime mantenendo quasi invariato lo stile di disegno caratteristico del manga, che consisteva nel rappresentare tutti con un corpo minuto accentuando la rotondità della testa.

TRAMA

L’anime è ambientato in un futuro post-bellico dove, a causa di una guerra fra l’America e il Giappone, l’intera popolazione umana si è ridotta a pochissime persone;

Vivremo le avventure di due ragazze, Chito e Yuuri, nate in un periodo bellico disastroso e costrette a vivere da sole in un mondo pieno di intemperie, obbligate a sopravvivere da sole, al gelo e con l’obbiettivo di ricerca costante di risorse.

Le due però sono provviste di un kettenkrad, cingolato che veniva fornito alle truppe del tempo per spostarsi, adatto ad ogni superficie, fornitogli dal loro nonno grazie al quale potranno percorrere insieme lunghe distanze portando con sé il necessario.

Ovviamente nel loro viaggio non mancheranno degli incontri inaspettati.



PERSONAGGI

-Yuuri, protagonista dell’opera, la classica ragazza sfaccendata che pensa solo a mangiare, molto spesso fa arrabbiare Chito, anche se le vuole molto bene; è analfabeta e ha una buona memoria solo quando si parla di cibo. Doppiata da Yurika Kubo.

PERCHE’ GUARDARLO

Shojo Shumatsu Ryoko è un anime che alterna molto spesso, momenti di comicità pura fra le due ragazze, a momenti di riflessione.

Ogni episodio è suddiviso in 3 piccole sequenze, ognuna della quale ha un tema principale (amicizia, felicità, tristezza, ecc…). In quasi tutte le sequenze, soprattutto nel lasso di tempo fra un posto e l’altro, le due ragazze si lasceranno a riflessioni filosofiche, anche su argomenti molto delicati, come il significato della vita o la vita dopo la morte.

La scelta stilistica, sia da parte del disegnatore del manga sia da parte della White Fox, di rappresentare i personaggi in tale modo, calza a pennello con la vena comica dell’opera; ottime anche l’opening “Ugoku Ugoku” dai temi molto gioiosi e soprattutto la seconda ending “Amadare no Uta” utilizzata solo nel quinto e nel dodicesimo episodio.

Purtroppo l’anime soffre di due enormi difetti, il primo è che i personaggi, sia principali che secondari, sono poco caratterizzati, ciò si fa sentire di più a causa dell’atmosfera post-apocalittica/slice of life; il secondo difetto è la sensazione che l’anime sia ripetitivo, infatti le ragazze seguiranno sempre lo stesso andamento: viaggiare in un posto, rifornirsi, divertirsi e ripartire.

Nonostante ciò Shojo shumatsu Ryoko ha saputo amalgamare perfettamente momenti di riflessione a momenti di allegria, portando a farci riflettere anche al di fuori dell’anime.



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